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Un’origine antica La storia di Corezzo Una storia da raccontare La storia di Corezzo

967 dC
Il toponimo Coretio sembra indicarne un’origine umbra, ma solo nell’anno 967, quando l’imperatore Ottone I ne assegnò il forestum in feudo a Gausfredo di Ildebrando, troviamo il luogo menzionato come Corezo.
La zona, ritenuta luogo di passaggio delle legioni romane che dalla base di Arezzo muovevano, attraverso il Passo di Serra, contro le popolazioni umbre della valle del Savio, si caratterizza anche come parte di quella linea difensiva bizantina tendente a frenare l’avanzata longobarda verso oriente.

IX-X secolo
Intorno al IX-X secolo, numerosa risulta infatti la componente germanica, stanziata in tutta la Vallesanta, ancora tenacemente legata alla conservazione di tradizioni e consuetudini, che ne manifestavano la specifica distinzione etnica.

XI, XII e XIII secolo
Nel corso dell’XI, XII e XIII secolo, mentre su alcuni casali e terre circostanti andava sempre più rinforzandosi il potere dell’Abbazia di Prataglia e poi dell’Eremo di Camaldoli, il distretto di Corezzo passava dai Conti Catani di Chiusi ai Guidi di Romena, per poi transitare nella proprietà della famiglia Umbertini, cui apparteneva anche il potente vescovo-conte Guglielmino, già detentore del castello di Montefatucchio e, infine, in quella del Comune di Arezzo.
Parallelamente al progressivo emergere dei primi fermenti di autonomia comunale, assistiamo anche al graduale ridefinirsi della originaria struttura difensivo-abitativa di Corezzo: all’esterno del cassero, dominato dalla torre centrale, cominciò a svilupparsi verso sud il borgo, dove dal 1050 è documentata la presenza della prima chiesa, la pieve di s. Andrea, oggi scomparsa; verso nord, fuori dell’abitato fortificato, là dove giungeva la principale via di collegamento con la Romagna dei Conti Guidi di Bagno, sorse l’hospitale, una semplice capanna con uno o due letti.

1385
Nel 1385 anche Corezzo, al pari del contado aretino, passò alla Repubblica di Firenze.
A testimonianza del periodo mediceo rimane ancora visibile, sulla facciata di una abitazione posta in prossimità della distrutta torre del cassero, al centro del paese, l’emblema della Signoria dei Medici, sovrastante quello ormai eroso dal tempo, del leone dei Conti Guidi.

1773
Al pari di altri piccoli borghi dell’Appennino, anche le vicende del luogo e dei suoi abitanti, sono state profondamente segnate da una vita fatta di difficoltà, isolamento, rinunce e povertà. Per questo, il 20 giugno 1773, quando il Pietro Leopoldo, Granduca di Toscana, passò da qui diretto alla Verna, liberò Corezzo dal pagamento di una gabella, dovuta per portare il bestiame alle fiere.